Worldsbk.com alla scoperta di Danilo Petrucci

Il 2011 per Danilo Petrucci è un anno di grande importanza. L’alfiere del Team Italia, che partecipa alla FIM Superstock 1000 Cup schierato dal team Ducati Barni Racing, è tornato in piena corsa per il titolo di categoria dopo aver ottenuto il primo, sudato, successo della carriera nella competizione, nell’ultimo round di Silverstone.

“Petrux” al momento occupa il terzo posto in classifica piloti, preceduto dal leader Davide Giugliano (Ducati Althea Racing) e dall’alfiere BMW Motorrad Italia Lorenzo Zanetti, con 21 punti di distacco dalla vetta. In questa situazione di campionato, con quattro round al termine della stagione, non sono quindi permessi calcoli, e per questo motivo Petrucci è intenzionato a ripetere l’ottima performance in terra inglese, per puntare senza esitazioni al titolo.

Il pilota umbro è inoltre il test-rider della nuova supersportiva di casa Ducati, la Extreme 1200, un onere non da poco visto che il nuovo modello dovrebbe prendere il posto della già vincente 1198. Per Petrucci, il ruolo da collaudatore ufficiale rappresenta soprattutto un onore, visti i successi ottenuti in sella ad una bicilindrica di Borgo Panigale da piloti che hanno fatto la storia del Mondiale Superbike. Nei giorni successivi alla gara di Silverstone,WorldSBK.com ha parlato con Petrucci in questa esclusiva intervista.

La prima vittoria di questa stagione e della carriera è arrivata al momento giusto, hai ridotto il margine in classifica e hai superato i problemi in gara. Come ti senti ad aver raggiunto questo obiettivo?

“Sono molto felice di aver vinto a Silverstone, era da un po’ di tempo che cercavo la vittoria. A dir la verità ci ero andato molto vicino anche nella prima gara di Assen, ma Davide era molto forte ed inoltre non volevo gettare alle ortiche un buon risultato. Da Misano in poi sono stato al vertice in quasi tutti i turni di prova, realizzando quattro pole position con relativo record del circuito. Purtroppo però in gara è sempre successo qualcosa: a Misano c’è stata la pompa del freno che allungava la corsa, ad Aragon ho rotto la frizione e la terza marcia al primo giro, a Brno invece sono caduto quando ero in fuga. Insomma a Silverstone probabilmente mi sono ripreso in piccola parte ciò che avrei dovuto ottenere nei round precedenti.”

La tenacia mostrata in gara è stato segno che l’unico risultato utile era la vittoria per te?

“Dopo Brno eravamo rimasti molto male per la caduta, perché in quell’occasione avremmo potuto riaprire il campionato ed invece al termine era sembrato irrimediabilmente chiuso. Inoltre Giugliano è stato sempre molto forte, anche quando non era al top aveva comunque concluso sul podio. Così mi sono ripromesso di puntare esclusivamente a fare delle belle gare, per mostrare di essere in grado di ottenere la vittoria, e così ho fatto. Ora dobbiamo continuare così, non siamo più molto distanti in campionato e credo che da qui alla fine possiamo giocarcela sempre.”

Con che spirito affronterai le restanti gare del campionato?

“Ho intenzione di prendere le restanti gare del campionato come se ognuna di queste fosse l’ultima, perché non è utile fare conti quanto combatti con avversari forti e tenaci come Giugliano, Zanetti, Barrier e Canepa, loro sono sempre lì a giocarsela ma col mio Team ho dimostrato di riuscire a tirar fuori sempre qualcosa di meglio – le quattro pole consecutive ne sono un esempio. Una volta arrivati a Portimao si vedrà chi è stato il più bravo. Sicuramente mi piacerebbe arrivare a quell’appuntamento con il campionato apertissimo.”

Come ti senti ad essere il collaudatore della nuova Superbike di casa Ducati, la Extreme 1200?

“L’essere stato scelto come primo collaboratore della Ducati Extreme è stata una delle notizie più belle della mia vita. Cercavano un pilota veloce, allenato e sensibile alle modifiche, non pensavo avrebbero selezionato proprio me, anche perché di Superbike ho solamente guidato la Kawasaki di Pedercini lo scorso anno nel CIV, perciò la mia esperienza era un po’ limitata. All’ingegner Marinelli sono piaciuto ed ha continuato a darmi fiducia nei test successivi, e per i prossimi che si svolgeranno da settembre a fine anno. Sicuramente il fatto di poter lavorare con il team che ha vinto con Fogarty, Hodgson, Toseland e Bayliss rappresenta un bel banco di prova. Sono tutti piloti fortissimi che hanno vinto tanto con Ducati, anche io bene o male sono entrato nella storia di questa casa, essendo il primo tester della nuova moto. In ogni caso è un lavoro molto difficile, in un giorno arriviamo a percorrere anche 500 km al Mugello, che moltiplicati per tre giorni di test sono peggio di una maratona, anche perché non è permesso ‘andare a spasso’ anzi, da ogni particolare bisogna tirare fuori il meglio.”

Fonte: WorldSBK.com