Verdini: “Il titolo italiano, poi la laurea”

Pesarese come Rossi, è Luca Verdini che dalla terra dei motori ha ereditato un talento cristallino. Affabile e sempre pronto alla battuta quest’anno corre nel Campionato Italiano Velocità con la Honda CBR1000RR dell’ Emmebi Team di Max Bravi. Secondo in Classifica vuole il Titolo che gli manca dal 2006 quando dominò nella 125GP. Prima di affrontare la gara di casa a Misano Adriatico il 19 settembre Luca Verdini ci racconta i suoi “segreti” e il complesso doppio impegno universitario che lo vede ambire al Titolo non sportivo di Dottore in Economia Aziendale.

Partiamo dal passato, dopo il Titolo italiano nella 125GP una serie di annate con degli spot eccellenti ma qualche difficoltà a concretizzare il risultato a fine stagione. Ora sei in lizza per il Titolo Italiano Stock 1000. Finalmente il riconoscimento di tanti sforzi. Ci racconti come hai vissuto questi anni?
Dopo il successo in 125 sono passato direttamente alla Stock 1000, il 2007 è stato un anno di transizione e apprendimento perché, come è facile immaginare, il salto di categoria non è semplice con una moto completamente diversa e avversari molto competitivi e di esperienza. Ma verso fine stagione i primi risultati positivi sono arrivati. L’anno successivo ero partito bene ma a Monza sono stato coinvolto in una caduta di gruppo che mi ha segnato e poi abbiamo avuto degli imprevisti tecnici alla moto. Nel 2009 ho fatto solo gare spot e non avevo fino ad allora raccolto quello che avrei potuto”.

Poi il contatto con Max Bravi che ha creduto in te. Un Team familiare ma competente e concreto?
Sono molto soddisfatto di correre nel Team di Max. Una conoscenza comune ci ha fatto incontrare e abbiamo deciso di fare un test, partecipando a una gara della Premier Cup al Mugello. Dopo sei mesi che non toccavo una moto il week end è andato cosi bene che abbiamo deciso di partecipare alla seconda gara del CIV, a Monza. Senza nessun obbiettivo se non quello di decidere se continuare in base al risultato che è arrivato oltre ogni aspettativa. Settimo in griglia, terzo e podio al traguardo e alcuni giri in testa alla corsa. Sembrava una favola, dopo tutto quello che avevo passato. Ora sto lottando per il Titolo Italiano della Stock 1000. Ma non posso descrivere il fastidio che provavo a inizio stagione a vedere gli altri che correvano e io, seduto sul divano a casa, a guardarli sapendo quello che avrei potuto fare”.

Insieme ad Andrea Boscoscuro e Tommaso Lorenzetti, fai parte del progetto Adopt a Rider che nel nome porta un significato molto interessante per i piloti che come te non hanno alle spalle un supporto economico. Un passo importante anche dal punto di vista dell’immagine oltre che sportivo?
Sicuramente Adopt a Rider è un punto fondamentale per questo mio anno di competizioni perché mi sta dando un’attenzione che negli anni passati non ho mai ricevuto. La mia immagine e i miei risultati sono divulgati alla stampa, sul web e sono curato anche verso i rapporti con gli sponsor. Avere alle spalle Adopt a Rider è una motivazione in più a fare bene in pista”.

Facciamo un gioco, crea la classifica delle variabili che portano alla vittoria: Moto, Team, Feeling con il Team, Preparazione fisica, Condizione mentale.
Metto a pari merito il feeling con la squadra e la moto a cui poi si legano le altre variabili. Se con il team c’è feeling e complicità, se ci si crede reciprocamente e il gruppo è compatto il resto viene di conseguenza e quindi i risultati. Certo che la preparazione fisica è fondamentale ma se le basi di lavoro sono buone si hanno maggiori motivazioni per allenarsi con ancora più impegno e in pista si da il 110%, sopperendo anche a eventuali carenza della moto. La condizione mentale è la marcia in più del pilota ed è legata anche all’ambiente che regna nel box”.

Sei un pilota della “nuova generazione” ovvero di quelli a cui non basta correre ma studiano e frequentano con successo l’università. Si tratta di un investimento per il futuro?
Non ho mai interrotto gli studi perché non sapevo se le corse in moto sarebbero mai diventate il mio lavoro. Ho pensato a prepararmi un’alternativa che mi possa un domani dare un futuro e delle opportunità di carriera anche al di fuori del mondo delle moto. Poi come andrà oggi non lo posso sapere”.

Non resta che aspettare la prossima gara del CIV a Misano Adriatico, la tua gara di casa. Cosa ti aspetti?
Sarà davvero la gara di casa, anzi molto di casa  visto che abito a 15 chilometri dal circuito. Voglio fare una bella gara, c’è di mezzo il Campionato, ci saranno molti amici che verranno a sostenermi con il loro tifo. Sono a cinque punti da Goi che comanda la classifica, dovrò fare la gara su di lui e durante il week end dovrò capire come interpretare al meglio le prove e la gara. Poi se il risultato è alla portata e la vittoria anche non mi tirerò indietro. Insomma non bisogna fare calcoli, ma neppure non farli affatto… semplice no?!”.