Amatori ancora oltre quota-200 al Mugello, per il secondo round del 2017
I vincitori sono Gamba (600 Base), Cecconi (600 Avanzata), Menchetti (600 Pro),
Cremona (Ducati, 1000 Base), Pavanini (1000 Avanzata) e Domenighini (1000 Pro)
Alla fine non ci sono stati né il caldo torrido, che fino alla vigilia del week end ha “martellato” anche il Mugello, né i forti temporali annunciati in arrivo sull’Italia centrale.
Il secondo round del Trofeo Italiano Amatori 2017, disputato sulla pista toscana nell’ambito della Coppa Italia FMI, ha goduto di condizioni ambientali pressoché ideali, non dovendo fare i conti con nessuna condizione “estrema”.
Durante il sabato delle qualificazioni al cielo inizialmente coperto si è infatti sostituita una ventilazione che ha reso l’aria respirabile mentre le gare si sono disputate sotto una costante velatura, solo a tratti meno spessa e mai veramente minacciosa.
A sua volta il trofeo appositamente concepito per i non-professionisti ha dato il meglio di sé, superando ancora una volta quota 200 piloti: griglie di partenza al completo, dunque, nelle cinque categorie, con una bassa presenza di wild card, numeri che sanciscono il consolidamento di una ripresa della velocità nazionale di base che non è più solo una semplice speranza.
E non è neanche un banale ritornello parlare di gare spettacolari e combattute, anche di buon livello tecnico. Lo testimoniamo le cronache ed i risultati, insieme alla soddisfazione per non aver dovuto registrare nessun incidente di rilievo e neanche interruzioni con la bandiera rossa.
Le vittorie sono andate a Massimo Gamba (Honda) nella 600 Base, Domenico Cecconi (Yamaha) nella 600 Avanzata, Yuri Menchetti (Honda) nella 600 Pro, Roberto Cremona (Ducati) nella 1000 Base, Luca Pavanini (Ducati) nella 1000 Avanzata e Pierluigi Domenighini (Kawasaki) nella 1000 Pro.
Per quanto riguarda le classifiche di campionato, la vittoria al Mugello ha proiettato Gamba al comando della 600 Base; Cecconi consolida la sua leadership nella 600 Avanzata mentre Carlo Corsini (Kawasaki) passa a condurre nella 600 Pro. Nella top class, Mugello propizio anche per Cremona, che balza in testa alla Base; Pavanini si conferma battistrada nella Avanzata mentre Tiziano Traini (BMW) mantiene il comando nella 1000 Pro.
Prossimo appuntamento con il Trofeo Italiano Amatori il 22 e 23 luglio al Misano World Circuit Marco Simoncelli.
Classe 600 Base
Gara bella, ricca di colpi di scena, con vittoria finale e meritata del bergamasco Massimo Gamba (Honda) che conquista per la prima volta il gradino più alto del podio dopo due anni di competizioni. Bravo anche Stefano Munerato (Yamaha), uscito vincitore da un lungo duello con Fabio Stirpe (Kawasaki), poi caduto all’ultimo giro, quando era quarto, nel tentativo di recuperare il terreno perso; un plauso speciale lo merita anche il terzo classificato Giordano Travagliati (Yamaha) che, dopo aver ottenuto la pole e dominato la prima parte della corsa, è scivolato all’uscita della Palagio. Il romano è riuscito a ripartire e, anche se attardato, in breve si è riportato sui primi, conquistando meritatamente il podio.
Allo spegnersi del semaforo parte bene tutta la prima fila formata da Travagliati, Stirpe e Gamba e subito dietro Marcello Vincenzi (Honda), Munerato e Matteo Ciangola (Yamaha) il quale però al metà del secondo giro cade ed esce di scena. La gara è immediatamente nelle mani di Travagliati che a suon di giri veloci allunga immediatamente sui rivali, tanto che a poco meno di metà corsa vanta già oltre sette secondi di vantaggio, ma i suoi meccanici gli comunicano un margine inferiore, per farlo continuare a spingere e così, come accennato, all’uscita della Palagio cade, riesce a ripartire nonostante alcuni danni alla moto fra cui la mancanza della pedalina tanto che a fine gara arriverà con lo stivale distrutto.
La caduta del ventenne romano rimescola le carte e la gara passa in mano a Gamba che nel frattempo aveva abbondantemente allungato sui rivali. Lotta serrata per la seconda piazza fra Stirpe e Munerato con quest’ultimo che prende un lieve vantaggio, mentre il laziale perde terreno e alla tornata successiva, nel tentativo di recuperare e mantenere il vantaggio sul rientrante Travagliati, cade alla Savelli.
Sotto la bandiera a scacchi transita quindi per primo Gamba poi Munerato e Travagliati che completano il podio; seguono: Barale, Masciocchi e Villani che è uno dei piloti più affezionati a questa classe, visto che è all’ottavo anno di presenza e nella circostanza sale anche sul podio degli under 30.
Alla gara non ha preso parte il capoclassifica Alessandro Leo passato alla categoria superiore.
600 Avanzata – Pro
Quando oltre la metà di una gara, al Mugello, ci sono ancora sette piloti raggruppati in meno di due secondi, tutti con identiche chance di puntare alla vittoria, vuol dire che non solo è stato raggiunto l’obiettivo della massima spettacolarità, frutto dell’equilibrio che è il segreto della formula-Amatori, ma anche che il divertimento per i protagonisti ha raggiunto vette altissime.
E infatti sul podio della 600 Pro – Avanzata, che ha regalato proprio il copione appena descritto, si sono visti solo volti sorridenti e soddisfatti e si è vissuto un clima di grande fair play tra i rivali.
Non è solo per una questione di posizioni che i più contenti sono stati proprio i primi tre, il vincitore Yuri Menchetti (Honda), Doriano Vietti Ramus (Yamaha), secondo, e Carlo Corsini (Kawasaki), terzo.
Perché i più giovani Menchetti e Vietti Ramus, dopo aver dato vita ad un duello esaltante e di rara intensità, hanno riscattato il risultato della prima prova di Misano, dove si erano classificati, rispettivamente, nono e decimo, mentre il quarantottenne Corsini, dopo aver firmato la pole position ed aver condotto per le prime cinque tornate, ha comunque dimostrato, nonostante la non più verdissima età, di poter tenere il passo dei giovanissimi avversari.
Lo svolgimento della gara si può così sintetizzare: il più veloce al via è il bolognese Samuele Cini (Yamaha), wild card sempre capace di schierare R6 velocissime al Mugello (sua sarà anche la punta massima, con 283 km/h), subito incalzato da Corsini. L’imprenditore piacentino, che nella prima di Misano aveva chiuso al secondo posto, guida per cinque tornate; nelle altre cinque è Menchetti a guidare il gruppo fatta eccezione per l’ottavo giro, che vede al comando Vietti Ramus. Poi nel finale il ventitreenne operaio di Barberino del Mugello, al rientro nelle competizioni dopo quattro anni di assenza, allunga decisamente, chiudendo con 2 secondi di vantaggio su Vietti Ramus e poco più su Corsini. Ma nel frattempo, come accennato, c’è stato un giro in cui il serpentone di testa è stato composto addirittura da sette piloti (oltre a primi tre ed a Cini, anche da Francesco Varanese (Ducati), Manuele Mantovani (Kawasaki) e dal vincitore di Misano Cristian Redaelli (Yamaha), terminati nell’ordine), mentre un altro protagonista del primo round, il bolognese Fabio Giusti (Yamaha), è andato lungo alla S.Donato quando era quinto e ha dovuto abbandonare.
Nella classifica dell’Avanzata ha concesso il bis il bergamasco Domenico Cecconi (Yamaha), nono assoluto, che ha preceduto Gabriel Zappa (Yamaha) e Alessandro Peri (Kawasaki).
Il vincitore assoluto Yuri Menchetti ha messo in atto una strategia esemplare, ottimamente assistito da un campione come Lorenzo Alfonsi, scegliendo una gomma soft e gestendo la gara nella fase centrale per avere poi margine nel finale. “Il duello con Vietti Ramus è stato acceso” ha detto il pilota di casa “ma mi sentivo molto sicuro. Ci voleva questo risultato per rientrare nel gruppo di testa, sono concentrato sul campionato, a causa del lavoro mi mancano solo un po’ di opportunità in più per allenarmi”.
Il non ancora ventenne Vietti Ramus, che è salito sul podio avvolto nella bandiera del Piemonte, tanto per non ingenerare equivoci sulla sua provenienza, ha ammesso di aver accusato un po’ la fatica, soprattutto alla mano destra, in conseguenza della sua abitudine di agire sulla leva del freno con un dito solo. Dopo la gran rimonta di Misano, il fratello del popolare Celestino (i due piloti sono figli di uno specialista della velocità in salita) ha stabilito il giro più veloce in 1’57”7 e si è comunque dichiarato molto soddisfatto; stesso stato d’animo per Corsini che pure aveva tentato la fuga solitaria in testa, è stato ripreso da Cini e nel finale ha sofferto un po’ per un leggero calo della gomma posteriore soft.
Classe 1000 Base
Ancora una gara in cui le scivolate, fortunatamente innocue per i piloti, hanno sostanzialmente influito sullo svolgimento della stessa. Alla fine la vittoria è andata con merito al vicentino Roberto Cremona (Ducati) che per quasi l’intera corsa è riuscito a mantenere il comando delle operazioni, nonostante i continui attacchi della coppia bresciana formata da Diego Carlenzoli (BMW) e Daniele D’Adda (Yamaha). Il ventiduenne universitario coglie così la prima vittoria della sua breve carriera, iniziata ad agosto dello scorso anno, per puro caso, al termine di una domenica di prove in pista con un gruppo di amici.
Al verde Cremona, partito dalla pole, è il più reattivo e si porta subito al comando delle operazioni, nella sua scia si pongono Massimo Buna (BMW), il leader del torneo Andrea Chiussi (Kawasaki) quindi Lorenzo Comandini e i già citati Carlenzoli e D’Adda. A chiusura del primo passaggio il sestetto ha già margine sugli altri piloti, incrementandolo ulteriormente al successivo, quando alla staccata della San Donato, Chiussi si porta in testa alla corsa con Cremona e Buna immediatamente dietro; passa ancora un giro e la gara perde uno dei protagonisti, infatti Buna va lungo alla Scarperia finendo a terra, riesce a ripartire e, dopo una lunga sosta, anche a riprendere la marcia, ma la sua prova è ormai compromessa, tanto che terminerà trentesimo.
In testa alla corsa Cremona, Carlenzoli e D’Adda allungano decisamente e da questo momento in avanti la lotta per la vittoria sarà cosa loro; infatti il gruppo degli inseguitori guidato quasi sempre da Comandini inizia ad accumulare ritardo che aumenta ad ogni passaggio.
Ci si avvicina all’epilogo con D’Adda che, affaticato, rallenta mentre Carlenzoli prova più volte ad attaccare il primato di Cremona, il quale nonostante le forze inizino a scarseggiare, è decisissimo a non farsi sfuggire l’occasione della prima vittoria in carriera: l’impresa gli riesce con grandissima soddisfazione sua e di tutto il team AP Racing, diretto da Andrea Pizzato. Estremamente contenti anche Carlenzoli che, dopo la non felice partenza, ha immediatamente recuperato fino a giocarsi la vittoria e soprattutto D’Adda che, dopo l’esordio dello scorso anno nella 600, è passato in questa stagione alla 1000, salendo sul podio alla seconda prova e cogliendo il miglior risultato in assoluto.
A ridosso del podio, ma con notevole ritardo, termina Comandini che precede Dalola, poi ancora più attardati chiudono Conti, Boaretto, Ripamonti e Schiavone.
1000 Avanzata
Una gara non facile da decifrare quella della 1000 Avanzata e proprio in virtù di un andamento incredibilmente avvincente, con colpo di scena finale e continui fuochi di artificio per tutti e dieci i giri. A leggere l’ordine d’arrivo, con Luca Pavanini (Ducati) vincitore (come a Misano), ed il podio completato da due laziali, Giorgio Cannone (Yamaha), ugualmente secondo nel primo round stagionale, distanziato di due secondi, e Gianluca Chiavari (Kawasaki), ad oltre tre secondi, si potrebbe pensare ad un confronto lineare, dall’esito quasi scontato e senza grandi emozioni.
E invece, come accennato, i tre si sono alternati al comando e, quando è iniziato l’ultimo giro, in testa si trovava Chiavari, autore di un eccezionale recupero che gli aveva consentito di rosicchiare un distacco di un secondo e mezzo dai primi.
Al via il più veloce è stato proprio Cannone, scattato dalla prima fila, davanti al poleman Pavanini e ad Andrea Taglialatela (Yamaha). Il trentaduenne capitolino ha condotto per tre tornate poi è stato sopravanzato da Pavanini, che nel frattempo gli era rimasto sempre incollato, mentre Chiavari occupava la terza posizione ma con un distacco superiore ad un secondo.
Poi tra il trentacinquenne vigile del fuoco di Ferrara e l’avversario si è verificato un malinteso che ha favorito il ritorno di Chiavari: Pavanini ha sorpassato Cannone avvedendosi solo all’ultimo istante che la zona era coperta da bandiere gialle; ha quindi rallentato, invitando platealmente il rivale a riprendersi la posizione ma Cannone non si era reso conto del regime di bandiere e dunque ha esitato prima di sfilare al comando.
Così Chiavari, quarantenne geometra di Anguillara Sabazia (Roma), dotato a giudizio di tutti di una Kawasaki estremamente veloce (302,5 km/h la sua punta, la più elevata della categoria), ha raggiunto i primi due e li ha anche passati; ma negli ultimi 5.200 metri ha commesso, per sua ammissione, due errori rivelatisi fatali, prima giungendo troppo lungo alla San Donato (dove Pavanini lo ha subito ripassato) e poi sbagliando l’ingresso alla Bucine, che ha percorso larghissima, tutta sul cordolo tricolore, facendo provare autentici brividi anche a chi assisteva.
Così è scaturito il podio già descritto sul quale Pavanini, che all’ultima tornata ha stampato il giro più veloce in 1’57”7, ha ammesso di aver perso un po’ di concentrazione a metà prova; “il duello finale con Chiavari è stato eccezionale” ha detto, “nel complesso è stata una gara difficile”. Cannone si è dichiarato soddisfatto anche per aver recuperato due notevoli e rischiose imbarcate che gli hanno fatto perdere qualche decimo; “siamo due piloti esperti, ho l’impressione che Pavavini non abbia dato proprio tutto, comunque continuiamo a giocarcela, aspetto Luca a Vallelunga, dove la 1000 Avanzata disputerà il doppio round”. “La stagione era iniziata male” ha commentato infine Chiavari. “A Misano ero solo 19° in griglia, sono partito benissimo ma poi sono subito caduto, facendo tutto da solo. Rispetto alla 600, con la 1000 è tutto più facile ma quest’anno ho anche una bellissima squadra alle spalle”.
La gara ha avuto altri grandi protagonisti in Michael Spinale (Yamaha), 4° assoluto, pilota al terzo anno di corse, passato dal 2’02” dell’anno scorso all’1’58” odierno, rimasto inizialmente intruppato nella bagarre, ed in Riccardo Chiesura (BMW), quinto sotto la bandiera a scacchi al termine di un’arrembante rimonta dalla decima piazza. Ottima anche la prova di Taglialatela, a lungo quarto prima di perdere posizioni da metà gara in avanti. Hanno stazionato nella top ten anche Claudio Sergiovich (BMW), terzo a Misano, qui calato nel finale, Davide Stirpe (BMW), Francesco Donnarumma (Ducati) e Mauro Benigni (Honda).
Classe 1000 Pro
Va a Pierluigi Domenighini (Kawasaki) la classe di punta del Trofeo Italiano Amatori; il cinquantatreenne bergamasco è stato in testa alla gara dallo start alla bandiera a scacchi, ma ciò non vuol dire che non abbia avuto rivali che lo abbiano fortemente impegnato; al contrario, i vari Sbrana, Cottone, Traini e Arghittu hanno provato a contrastarlo a lungo e nel finale c’è mancato poco che Arghittu, dopo un eccezionale recupero, non gli soffiasse la vittoria proprio sul filo di lana.
La gara è stata bella e anche in questo caso non sono mancate sorprese, con piloti che sono usciti di scena nel finale, dopo aver lottato per le posizioni di vertice, modificando più volte la classifica in modo sostanziale.
Lo starter è perfetto per tutti i migliori con Domenighini che brucia il poleman Alberto Arghittu (Ducati) e si porta immediatamente al comando della corsa e come detto lo manterrà fino alla fine. Alle spalle del pilota seguito da Lucio Pedercini, chiudono il primo giro, nell’ordine, Tiziano Traini (BMW), Arghittu, Massimiliano Celoni (Yamaha), Marco Cottone e Yuri Vacondio entrambi su Kawasaki.
Il gruppo prosegue sgranandosi e dietro al battistrada si installano saldamente Traini e Arghittu, ma esattamente a metà corsa cade Cottone che occupava la quinta piazza immediatamente a ridosso dei fuggitivi; la situazione favorisce il ritorno della coppia-BMW formata da Simone Sbrana e Nicola Scagliarini, ma quando questi sono ormai a ridosso dei fuggitivi, in rapida sequenza cadono e abbandonano il gruppo del quale fa parte, oltre a Celoni e Vacondio, anche Michele Tomasoni (Kawasaki) che, dopo aver perso terreno nelle prime fasi, ha notevolmente recuperato nelle tornate finali
Ci si avvicina all’epilogo della corsa con Domenighini che prende un lieve margine su Traini e Arghittu, il quale è protagonista assoluto dei due giri conclusivi, prima ha la meglio su Traini che accusa la stanchezza e molla, onde evitare brutte sorprese, accontentandosi dell’ultimo gradino del podio, e poi si mette alla caccia del battistrada che forse, pensando di avere ancora margine ha rallentato; questo, aggiunto al giro veloce che Arghittu stacca nella tornata conclusiva, porta il pesarese ad insidiare la vittoria di Domenighini che però si salva per pochi decimi. A ridosso del podio chiude l’ottimo Tomasoni che precede Vacondio e Celoni. Nella top ten anche Cirotto, Fontanelli e Boccadoro.