Trofeo Amatori: Valsecchi e Clivio si raccontano

Classe 600 Pro: Alessandro Clivio – Yamaha
Alessandro Clivio è nato a Busto Arsizio (VA) il 6 aprile 1981 e vive a Lonate Pozzolo (VA) dove è titolare, insieme al padre ed al fratello, di un’impresa artigiana di serramenti in alluminio.

Ha iniziato a correre a 17 anni, nelle minimoto, spinto dal padre, appassionato di competizioni motoristiche, insieme al fratello Marco, di 3 anni più piccolo, che prosegue l’attività nelle ruote in miniatura. Con le minimoto Alex ha vinto 3 campionati lombardi e si è classificato all’ottavo posto in un italiano.

Poi, stufo di girare sulle strade, nel 2009, insieme all’inseparabile amico e collaboratore Marco Barzani, ha deciso di impegnarsi nelle competizioni in pista ed ha scelto il Trofeo Italiano Amatori.

Con le insegne della Scuderia Lariana (più un gruppo di amici che non un team vero e proprio) Alex ha subito sorpreso, conquistando il titolo di vice-campione della 600 Base ed imponendosi nella speciale classifica Stock.

Passato alla 600 Pro puntava ad un posto tra i primi cinque ma i risultati sono venuti subito e, in sella alla Yamaha R6, con due vittorie (a Misano e Franciacorta), un secondo posto al Mugello ed un piazzamento a Vallelunga è arrivato anche il titolo con una gara di anticipo.

Per ora non ha ancora organizzato i festeggiamenti, ha infatti atteso la conclusione della stagione anche perché intende misurarsi con categorie più impegnative come ha fatto già al Mugello, partecipando alla Premier Cup, nella 600 Stock.

Single convinto, tifoso di Valentino Rossi, Alex è testimonial per la Liguria della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica e, oltre ad essere un convinto sostenitore dell’attività dell’associazione, con grande cuore afferma: “Da quando ho lo sticker della fondazione sulla mia moto mi è sempre andato tutto bene: è proprio vero che a fare del bene si riceve altrettanto bene”.

Classe 1000 Base: Stefano Valsecchi – Honda
“Domenica 26 settembre mi sono laureato campione del Trofeo Italiano Amatori 2010, classe 1000 Base, con una Honda CBR 1000 RR!”.

Inizia così il racconto di Stefano Valsecchi, 36 anni, da Calolziocorte, provincia di Lecco, pilota del team WRM Motors.

“Un campionato per amatori ma con tempi non da amatori, una stagione difficile, senza soldi, girando le gomme e le pastiglie, dormendo nel furgone e poi un finale da Moto GP!”.

“Dopo quattro giri il mio diretto avversario se ne stava andando e con lui il titolo. E vi giuro che è stato allora che ho sentito parlare la mia cbr1000rr: “Allora? cosa vuoi fare? svegliati! dammi gass e non cadiamo!” In quel momento è iniziata la rimonta che è durata fino all’inizio dell’ultimo giro; quando sono entrato per primo alla S.Donato ho provato, tutta in una volta, la stessa emozione accumulata tutta la stagione. E da lì la battaglia è durata fino all’ultima curva!”.

“E’ finito così il mio campionato, all’ultimo giro e all’ultima curva! Quella che si vede nella fotografia è la volata, sotto la bandiera a scacchi: chi sarebbe arrivato più avanti avrebbe vinto anche il titolo”.

“Che dire, ho 36 anni, non ho mai corso prima ma ho provato le stesse sensazioni dei grandi, ho creduto in me stesso e in tutto il calore dei miei amici!”.

 

Storie di ordinaria solidarietà tra motociclisti

Due piloti sono potuti scendere in pista al Mugello grazie alla solidarietà dimostrata da colleghi, amici, tecnici o semplici appassionati e ci tengono a farlo sapere. Sono il ternano Federico Russo, n. 173 della 600 Base, 3° assoluto nella Over 35, ed Erik Levada, reggiano, n. 11 della 1000 Base.

Russo ha distrutto la sua Yamaha R6 – Erressecorse una settimana prima dell’ultimo round, durante un turno di prove a Vallelunga. L’entità dei danni ed una serie di impegni di lavoro che lo attendeva lo hanno convinto a comunicare agli amici che avrebbe rinunciato alla trasferta al Mugello. A quel punto è entrato in azione Gargamella, al secolo Andrea Pellegrini, fondatore del sito motodistrutta.it, pilota non professionista anche lui e ternano come Federico con il quale, però, si conoscevano solo di vista. Gargamella ha messo in azione la sua “rete” ed ha mobilitato una task force di tecnici (ma anche di semplici amici) che per 4 giorni consecutivi (notti incluse!) ha occupato il garage di Federico, lavorando senza soste alla ricostruzione della R6. In assenza di Russo è stata la moglie Samanta ad occuparsi delle vivande per i volontari che venivano servite direttamente sul posto. Insomma, il miracolo è stato compiuto e Federico, incredulo, è potuto scendere in pista al Mugello su quella che credeva essere diventata solo un rottame.

Levada racconta invece così il suo week end: “Sabato mattina, durante il turno di qualifica, sono scivolato all’ingresso del Correntaio. Una scivolata stupida, ma che mi ha fatto enormi danni. La moto (Ducati 1098), picchiando sul cordolo, ha piegato l’albero primario del cambio. Avevo già deciso di tornare a casa poi l’orgoglio e la voglia di vincere anche solo la coppa del quinto posto della Over 35 (non vale nulla ma per uno alla prima stagione è importante lo stesso), ci hanno fatto desistere. Grazie a Luca di Desmoquattro (Scarperia), che ci ha messo a disposizione un motore usato, abbiamo deciso di fare la pazzia e sostituire il propulsore. Alle 18 del sabato abbiamo iniziato e alle 3.30 della notte abbiamo finito il grosso. Alle 7 della domenica ero in piedi e alle 9.20 ho fatto il primo giro nel paddock per vedere che fosse tutto a posto. Alle 9.50 ero in griglia di partenza. 

Innanzi tutto devo ringraziare Marco di Ducati Pesaro, meccanico di Arghittu, che ci ha dato consigli e indicazioni, oltre che prestarci alcune chiavi, tutti i vicini del paddock che ci hanno prestato gli attrezzi che ci mancavano, infine tutta la gente che ci è venuta ad incitare nella serata mentre lavoravamo tra i quali c’erano anche avversari di classifica come Ferraris e Aloi, dandoci la spinta morale a fare una cosa che mai avremmo pensato di fare (nel mio team non c’è neanche il parente di un meccanico). Infine ringrazio quelli che domenica mattina durante il giro di prova nel paddock mi hanno applaudito e dato una pacca sulla spalla facendomi i complimenti per l’impresa. Ringrazio Daniele e la sua organizzazione perché sono riusciti a creare un così bell’ambiente”. Purtroppo un problema alla frizione, probabilmente dovuto ad un errore di montaggio, ha costretto Erik al ritiro.