Michele Pirro: “Al CIV mi rimetto in gioco”

Per me qui è un po’ come il primo giorno di scuola”. Parole di Michele Pirro, appena arrivato ai test precampionato del CIV a Misano. Dette da un pilota che ha fatto la MotoGP e in passato ha anche corso e vinto nell’italiano fanno un certo effetto. Si capiscono però pensando al recente passato di Pirro, impegnato soprattutto come tester Ducati. Anche se per lui non sono mancate wild card mondiali: “che restano un mio obiettivo – ha raccontato Michele – ma col CIV voglio riprendere gli automatismi da gara. È normale che so di avere gli occhi addosso. Tutti cercheranno di battermi perché dicono quello viene dalla MotoGP, però io devo fare il mio tranquillamente”. Michele è senza dubbio uno dei piloti da tenere d’occhio in questo CIV 2015. Cosa che abbiamo cominciato fare già dai test.

Michele, come ti senti ad avere di nuovo un impegno stabile in pista? 

Tornare alle gare è una cosa bella e stimolante. Dopo la MotoGP con Gresini nel 2012 sono entrato nella famiglia Ducati in punta di piedi. All’inizio dovevo fare solo qualche gara e invece il primo anno ho corso parecchio arrivando a ridosso della top ten in classifica generale. Poi ci sono state delle evoluzioni nell’azienda, è arrivato Dall’Igna e il mio ruolo è stato importante per lo sviluppo della MotoGP. Quest’anno sono anche a tempo pieno nel CIV in questi 5 weekend che poi sono 10 prove. Mi rimetto in gioco perché per me è importante avere un obiettivo. Corro con una delle migliori squadre del Campionato (Barni Racing Team) con moto Ducati e gomme Michelin e voglio anche far divertire i miei tifosi che soffrono a non vedermi in pista tutte le domeniche. 

Sei abituato alla GP, questi giorni invece salirai sulla Panigale

È una sfida nuova tutta da scoprire, vedremo di capire quale sarà la strada. L’importante è non fare confusione tra le due moto e non dimenticare l’obiettivo mio e di Ducati di far crescere la GP15 per poter vincere qualche gara in MotoGP. Per me conta divertirmi e far bene qui e non perdere di vista il lavoro da tester. Essere al CIV è come il primo giorno di scuola. Negli anni ho sempre gareggiato ad alto livello cercando di correre con la stessa moto. Quest’anno farò un po’ e un po’ e vedremo se mi riuscirà bene salate da una moto ad un’altra. Lo capiremo solo strada facendo. 

Il lavoro di tester ti allontana dalla dimensione di pilota  o poi ti da un vantaggio?

Dipende. Parlando del livello che c’è in MotoGP è difficile fare sia il tester che essere veloce. I test ti portano ad essere concretato sul funzionamento della moto oltre che sulla prestazione, la gara è una cosa a se. Si spinge sempre al massimo, mentre nei test devi portare a casa indicazioni precise. Avendo lavorato molto sulla moto un piccolo vantaggio lo puoi avere ma sicuramente il problema, parlando sempre di MotoGP, è che lì ci sono i migliori che cercano sempre di spostare in avanti il loro limite. Si lavora sul dettaglio. Con il CIV cercherò di riprendere i ritmi di gara che mi serviranno anche per le wild card mondiali. Per me è un onore rappresentare la Ducati e sarebbe bello far bene anche per i ragazzi che lavorano a casa.

Come ti trovi con il Barni Racing Team e con Ivan Goi?

Li conoscevo già dai tempi del CIV, sono persone fantastiche. Per me è tutto nuovo e in questi giorni imparerò le dinamiche. Il CIV ha fatto un passo avanti e spero ne farà ancora in termini di comunicazione. È fondamentale avere l’appoggio della comunicazione in un momento in cui la situazione economica è quella che è. 

Obiettivo stagionale?

Resta quello di provare a vincere il Campionato e poi fare il massimo in MotoGP quando capiterà. Se poi ci saranno altre occasione spero di farmi trovare pronto. 

Ultima domanda. Deluso per non essere stato chiamato da Ducati a sostituire prima Giugliano e ora Bayliss?

Domanda difficile… (ride). Da pilota è un’opportunità importante andare in SBK e fare delle gare, ma io faccio parte di un azienda, un gruppo. Il mio bene sarebbe stato correre, per l’azienda però non era possibile a causa di alcune concomitanze e problemi logistici. Sono un po’ deluso ma ci sono più parti da vedere, non solo io ma anche l’azienda. Dal mio lato penso era giusto andare e provarci, dall’altro però c’è l’azienda che ha obiettivi come la MotoGP, lo sviluppo delle Michelin. Andar di là sarebbe stato una bella sfida. L’azienda però ha valutato diversamente e dato che io sono contento e fiero di far parte del gruppo Ducati ne prendo atto, sperando che in futuro mi venga data un’opportunità per dimostrare il mio valore.