Il profilo del leader della 125: Miroslav Popov

Quindici anni compiuti da pochi giorni ma un viso che, se possibile, ne racconta molti meno. Un unico vezzo: una collana di acciaio al collo copia di una catena da moto. Questo è Miroslav “Miro” Popov, pilota-ragazzino della Repubblica Ceca, nato a Dvůr Králové, cittadina a circa 140 km a nord-est dalla capitale Praga.

Bravo a scuola, con la passione per le moto ma non solo: adora le bici freeride, lo sci ed il PC. Il suo inglese non è fluente, è timido come lui, come i suoi occhi azzurri.

Mira, raccontaci della tua passione per le moto e come hai iniziato:
“Le moto e le corse mi sono sempre piaciute cosi come a mio padre. Il passaggio dalla bici alla prima moto da cross è stato quasi inevitabile, una Kawasaki 65 con la quale ho anche partecipato alla prima corsa alla fine del 2001 concludendo secondo”

E poi:
“Ho continuato a correre nel cross iniziando però a cimentarmi anche nelle minimoto. Nel 2005 ho concluso secondo sia nel Campionato Ceco che nell’Europeo con il Team Polini, per poi vincere il campionato l’anno successivo cosi come gli Internazionali d’Austria. Nel 2007 ho vinto ancora il campionato Ceco e l’Europeo. Alla fine della stagione dovevamo capire cosa fare e, insieme a mio padre e all’ing. Gelner che mi seguiva, abbiamo scelto di correre nei campionati Metrakit sia in Repubblica Ceca che in Spagna. E’ stato sempre lui che, frequentando il campionato mondiale, si è messo in contatto con la persona che mi segue adesso e che mi ha portato nel Team Ellegi”

Lo scorso anno hai iniziato la tua esperienza nella ottavo di litro, un bel salto di qualità:
“Si, un bel salto di qualità. Appena compiuti gli anni a giugno, abbiamo iniziato con una gara sperimentale a Magione che ho vinto e con delle wildcard nel CIV: la prima a Misano ho terminato settimo cosi come nella prova dell’Europeo di Albacete”

Diciamo che da quest’anno si fa sul serio:
“Abbiamo pianificato la stagione durante la quale parteciperemo a tutto il CIV, alla prova dell’Europeo e ad alcune prove del CEV e dell’Alpe Adria, più naturalmente a diverse sessioni di test”

Perché un team italiano e perché correre con licenza italiana:
“C’era bisogno soprattutto di una squadra dove poter crescere ed imparare, e di poter correre in un campionato di un certo livello. La scelta del Team ElleGi è stata fantastica. Mi trovo benissimo, è una grande famiglia e poi Francesco Milizia (Uccio) è molto preparato, ha corso e sa sempre come consigliarmi per il meglio. In fin dei conti non si possono avere dubbi su una squadra che ha vinto il CIV per ben due volte negli ultimi tre anni. Tutti hanno una grandissima competenza. Per quello che riguarda correre con licenza italiana è dovuto al fatto che in Repubblica Ceca cimentarsi in questo sport è difficile, e ci sono mille difficoltà. La FMI è stata contenta di questa decisione e poi il CIV diventa sempre più internazionale”

Ci siamo … devi imparare, sei qui per crescere, devi fare esperienza: due vittorie in due giorni come quelle del Mugello non hanno cambiato nulla:
“No, assolutamente nulla. I miei obbiettivi non cambiano, ho soltanto quindici anni e, anche a causa dei nuovi regolamenti, non potrò neppure partecipare come wildcard ad una prova del mondiale prima del giugno 2011. Certo, ho vinto le ultime tre gare alle quali ho partecipato, le due del Mugello e quella di Brno nell’Alpe Adria dello scorso 16 maggio, sono primo nel CIV, ma tutto questo non cambia nulla. Ho tanto da imparare, ho tanta esperienza da dover accumulare. Voglio divertirmi come ho fatto sino ad ora e vincere mi diverte ancora di più, quindi se riuscirò bene altrimenti ci proverò ancora. Io non devo dimostrare nulla e nessuno mi chiede di farlo”

Quale è stato il tuo primo pensiero ieri dopo la seconda vittoria:
“Sabato dopo la prima gara, i ragazzi del team hanno lavorato molto per adesivare la tabella porta numero con il tricolore e, scherzando, mi hanno chiesto se fosse stato possibile non smontarla per Misano. Ieri appena arrivato sotto il podio gli ho detto che gli avevo risparmiato questo lavoro”

L’ultima domanda, banale forse: il tuo sogno:
“Credo che sia quello di tutti i ragazzi che corrono in moto o che fanno qualsiasi altro sport o che vogliono trasformare una passione in professione. Io vorrei arrivare a correre nel Motomondiale e magari vincere e diventare campione del Mondo. E’ il mio sogno e spero di realizzarlo, L’unica cosa che posso fare adesso è impegnarmi al massimo e dimostrare che voglio riuscirci, anche perché ci sono tante persone che hanno fatto dei sacrifici per me, per aiutarmi. In fondo credo sia un sogno anche per loro”.