Ezio Gianola, Monza e quello schiaffo di Nieto…

E’ uno dei simboli di Monza. Ezio Gianola. Nato a Lecco, ha corso dieci stagioni nel motomondiale 125 Gp con e altrettante nel campionato italiano Velocità. Vice-campione iridato della ottavo di litro nel 1988, ha vinto ben cinque titoli tricolori della categoria tra il 1984 e il 1991.

Oggi, Ezio ha 50 anni e non ha abbandonato il mondo delle due ruote, dato che oltre ad avere un’agenzia di management per piloti di moto fa da “spalla” tecnica (con ottimi risultati) nei commenti tv delle gare nazionali ed internazionali.

Lombardo doc, Ezio si ricorda bene il suo debutto tra i “grandi” sulla pista di Monza. “Nel 1983 facevo parte del Team Italia e correvo l’europeo con la MBA. Avevo vinto quattro gare del campionato continentale e mi invitarono a correre la tappa del mondiale, proprio sul mio circuito. Avevo 21 anni e non mi conosceva nessuno… dopo i primi giri mi sono ritrovato a lottare per la vittoria con gente del calibro di Nieto, Lazzarini, Bianchi, Tormo e mi sono esaltato”.

In un solo giro, il giovanissimo Ezio infiamma il pubblico sugli spalti: passa il “mostro sacro” Nieto alla Parabolica e in fondo al rettilineo infila Lazzarini. “All’uscita della variante ero in testa ma dopo pochi metri sento una gran botta sul casco, come uno schiaffo. Mi giro e mi accorgo che a tirarmelo era stato Nieto. Fu incredibile, uno schiaffo ai 200 all’ora…”.

Alla fine Gianola chiuderà quella gara al terzo posto, battuto proprio da Nieto e da Lazzarini. Sul podio, la spiegazione del campione spagnolo al giovane italiano. “Mi disse che avevo mancato di rispetto ai campioni e che non avrei dovuto passarli in quel modo. E mi disse anche che durante quei primi giri loro stavano “giocando” e non tiravano le staccate per risparmiare le gomme. Ma di questo me ne accorsi solo negli ultimi giri…”.

Al di là del curioso episodio, al suo debutto mondiale il pilota di Lecco fu autore di una prestazione fantastica. Anche se qualcuno non se ne accorse subito. “Ricordo bene la telecronaca di Poltronieri e Urban. Il primo mi aveva scambiato per un doppiato e continuava a ripetere che avrei fatto meglio a cedere il passo agli altri. Non sapevano neanche chi fossi…”

Al termine di quella gara, anche uno dei suoi acerrimi avversari nell’italiano, Luca Cadalora, gli fece i complimenti. “Tra noi non correva buon sangue – continua Gianola – ma Luca era venuto a vedere la gara alla Variante Ascari e il lunedì successivo mi mandò un telegramma di complimenti. Quell’attestato di stima mi fece molto piacere”.

Nell’arco della sua carriera furono tante le battaglie di cui si rese protagonista a Monza. Alcune le ricorda con particolare piacere. “Nel 1987 partecipai ad una gara di 250 Gp tricolore con Fabrizio Pirovano, uno che Monza la conosceva come le sue tasche… e infatti mi fregò in volata”. Quella contro Piro fu un’altra delle sue sconfitte sul filo di lana rimediate sul circuito di casa. Qui, infatti, Ezio non ha mai vinto. “Ho sempre corso delle belle gare, centrando buoni risultati ma la vittoria l’ho sempre sfiorata. Quella che mi brucia di più? Era il 1985 e persi una tappa dell’italiano contro Fausto Gresini per soli due centesimi di secondo. Che rabbia…”