Ezio Gianola: “Domenica al via il nostro progetto”

 

Dopo aver appeso il casco al chiodo, Ezio Gianola ha deciso di aiutare attraverso la sua grande esperienza i giovani talenti del motociclismo nazionale e quest’anno è stato chiamato dalla FMI per far parte del Settore Tecnico e per occuparsi più precisamente dei piloti del progetto Team Italia nel Campionato Italiano Velocità e nella Coppa Italia Velocità. Proprio domenica, a Vallelunga, partirà la stagione di Michael Ruben Rinaldi e di Manuel Pagliani, portacolori del Racing Team Gabrielli nella Coppa Italia 125 Sp e due dei piloti (gli altri sono Fenati e Antonelli) che Gianola segue da direttore sportivo. “Michael ha un anno di esperienza in più, è più grande di età e sinceramente, anche se non conosco benissimo gli altri ragazzi impegnati in Coppa, credo che possa ritrovarsi in lotta per la vittoria del titolo – esordisce il vice-campione del mondo (1988) e pluri-campione italiano della 125 – è un ragazzo serio, posato e con un bel carattere. In occasione dei test è andato molto forte e credo che sia già pronto per il salto verso le GP”.

Gianola punta molto anche sul compagno di squadra di Rinaldi, Manuel Pagliani, che dopo aver vinto tutto nella MiniGP ha deciso di debuttare quest’anno nelle ruote alte, in sella all’Aprilia di Gabrielli. “E’ uno dei giovani più interessanti. E’ ancora molto piccolo sia come tonalità muscolare che come struttura e guidare la Sp non deve essere facilissimo per lui ma sia a Cartagena che a Misano ha svolto degli ottimi test. E’ al primo anno, ha molta strada davanti a sé ma credo che possa disputare un ottimo campionato e di certo puntiamo anche su di lui per un futuro passaggio nella 125 Gp”.

Con il Racing Team Gabrielli, Gianola si è trovato subito a suo agio e sembra molto motivato nel suo nuovo ruolo di “maestro dei giovani”. “Era importante iniziare un lavoro del genere e mettere in piedi un percorso ampio, dalle categorie di accesso fino al campionato mondiale. Fondamentale sarà tenere una linea, rispettare il progetto e cercare di preparare al meglio i piloti nel loro cammino verso l’agonismo internazionale. Di tutto questo lavoro vedremo i primi frutti da qui ai prossimi due o tre anni e se saremo bravi a coinvolgere tutto il settore giovanile, dando l’esempio di come si dovrebbe far vivere questo sport ai ragazzi più giovani, avremo centrato il nostro obiettivo primario”.

Ezio è rimasto impressionato dal carattere e dallo spirito di tutti i ragazzi che sono entrati a far parte quest’anno del progetto Team Italia, anche se preferisce aspettare i riscontri in pista prima di dare un giudizio sportivo sul lavoro svolto fin qui. “Questi piloti hanno voglia di vivere il motociclismo in modo sano e noi stiamo cercando di aiutarli a farlo. Non sono qui perché devono emulare Rossi o Biaggi: vengono tutti dalle minimoto quindi hanno già fatto un loro breve percorso e sono portati a fare i piloti. Hanno voglia di divertirsi, cercano sempre di mettere in pratica i consigli diamo loro e sanno che davanti a loro hanno persone e strutture con una certa esperienza, dalle quali possono solo imparare”.

Correndo come piloti supportati dalla FMI hanno iniziato ad avere anche qualche responsabilità rispetto ai loro “colleghi” ma questo, a detta di Gianola, fa parte del gioco e non è per forza un aspetto negativo. “Se vogliono diventare piloti professionisti devono imparare a gestire anche questo tipo di pressioni, quindi il Team Italia è una scuola anche da questo punto di vista. Ora è arrivato il momento di fare il salto di qualità verso il motociclismo che conta…”

Rispetto ai suoi esordi, non vede molti punti in comune con questi giovani ma un aspetto ha certamente colpito il nuovo dirigente sportivo del team azzurro nel CIV e nella Coppa Italia. “A differenza nostra, loro hanno già quasi tutto quello che possono avere i piloti del mondiale. Noi non avevamo quasi mai il supporto dei nostri genitori perché a quell’epoca il motociclismo era considerato uno sport pericoloso: io, per esempio, nei week-end di gare dicevo ai miei genitori che andavo a sciare e poi, appena fuori casa, giravo l’angolo e mi toglievo la tuta da sci per mettermi quella da pista. In loro, però, rivedo lo stesso spirito e la stessa grinta. Se sapranno come sfruttarli al meglio in pista troveranno la chiave per diventare campioni e per divertirsi ogni domenica. E soprattutto, non devono entrare in pista e fare bene per i loro papà, per gli amici o per Gianola… se vogliono, devono farlo per loro e per la loro voglia di essere i migliori ogni volta che abbassano la visiera del casco”.