Doppio appuntamento per la RR Cup a Imola

 

Andolfatto e Rossi vincono nella 600, Mauri fa doppietta nella 1000

La quarta prova della RR Cup 2014, disputata ad Imola e comprendente anche il recupero del primo round di Misano, ha aggiunto ulteriori elementi alla già ricca fisionomia di questo inedito campionato che si rivolge ai non-professionisti più veloci.

Sui 5 chilometri del tracciato intitolato ad Enzo e Dino Ferrari i protagonisti delle due classi, 600 e 1000, hanno infatti sfoderato prestazioni di altissimo livello, migliorando costantemente (ed in maniera anche evidente) i tempi già ragguardevoli delle qualificazioni.

Ma, allo stesso tempo, le quattro gare disputate nel week end sono risultate molto combattute sia per il successo (come nella cilindrata minore, che ha regalato incertezza fino all’ultimo metro) sia per le posizioni di immediato rincalzo.

Il tempo di 1’56”0 fatto segnare nella sfida della domenica da Andy Rossi, vincitore della 600, avrebbe proiettato questo pilota ai margini della top ten del CIV mentre l’1’53”3 ottenuto nella 1000 da Paolo Mauri gli sarebbe valso una posizione di assoluto rilievo in altri trofei di area tricolore.

Il merito va condiviso con le gomme adottate per il trofeo che rappresentano il top della gamma Pirelli per la 1000 (Diablo Supercorsa) e Metzeler per la 600 (Racetec Interact).

Ad Imola le vittorie sono andate a Nicola Andolfatto (Kawasaki) ed al già citato Rossi (Yamaha) nella cilindrata minore mentre nella top class Mauri (Ducati) ha siglato una perentoria ed incontrastata doppietta.

Le classifiche generali, quando alla conclusione del torneo manca solo l’ultima prova, in calendario il 5 ottobre al Mugello, vedono prevalere nello 600 lo stesso Rossi con 850 punti contro i 700 di Andolfatto e nella 1000 Emanuel Vallazza, salito a quota 700 ed inseguito con 523 punti da Alessandro Rossi e  con 500 dallo stesso Mauri, che aveva saltato i precedenti due appuntamenti.

Nicola Andolfatto (Kawasaki) si impone nella gara 1 della RR Cup 600 di Imola, recupero del primo round di Misano, al termine di una prova generosissima ed alto tasso di spettacolarità, e bissa così il successo ottenuto al Mugello, prima della pausa estiva del campionato.

Ma il suo “compaesano” (così lo definisce proprio Andolfatto) Andy Rossi (Yamaha) conquista all’ultimo giro un secondo posto che non solo lo mantiene al vertice della classifica ma gli consente anche di conservare 100 punti di vantaggio sul rivale, diventato ora l’inseguitore più prossimo.

La prova si disputa in un primo pomeriggio caldo ma non assolato e vede Andrea Zappa (Honda) partire dalla pole position con un eccellente 1’57”0 – tempo di assoluto rispetto per una formula non professionistica – davanti alla wild card Federico Sanchioni (Yamaha, appena diciassettenne) ed a Rossi, anch’essi sotto l’1’58”.

Il trentanovenne comasco Zappa, sempre dotato di una straordinaria “fame” agonistica, parte bene con Andolfatto in scia davanti a Sanchioni, alle altre due wild card Spedale e Cini, ed a Stefano Valla, tutti su Yamaha mentre solo dalla tornata successiva Rossi, sempre alle prese con partenze non eccezionali, si inserisce nel sestetto di testa.

Sia Zappa sia Andolfatto commettono piccoli errori che rimescolano un po’ le carte con la formazione di due terzetti, quello di testa con Zappa, Sanchioni e Andolfatto e quello degli inseguitori con Rossi, Spedale e Cini.

E’ proprio il ventitreenne veronese Andy Rossi a guidare il ricongiungimento e mentre in testa Zappa e Andolfatto si scambiano le posizioni in un esaltante botta e risposta, Rossi stampa il giro più veloce in 1’56”5, rileva anche Sanchioni e si predispone all’assalto finale.

Andolfatto ha la meglio su Zappa, che alla fine avrà guidato per otto giri su dieci, al pari dell’arrembante Rossi; il comasco ammetterà di aver ceduto fisicamente e di aver dovuto lasciare il passo agli avversari più giovani e freschi. Andolfatto continua la rincorsa al vertice dopo lo zero di Vallelunga, dovuto ad un banale quanto inesorabile problema tecnico (rottura della pompa del freno durante il giro di ricognizione) mentre Rossi affida alla gara 2 della domenica la speranza di agguantare finalmente il gradino più alto del podio dopo tre secondi posti consecutivi. Assente Cloroformio, il casertano Fabio Mottola (Yamaha) si conferma terza forza del campionato.

La gara 2 della 600 consente ad Andy Rossi di conquistare finalmente la prima vittoria in campionato, dopo tre secondi posti consecutivi, e di ristabilire le distanze su Nicola Andolfatto che era riuscito a rosicchiargli altri 50 punti.

Il confronto ricalca un po’ il copione del sabato: è sempre Andrea Zappa a scattare velocissimo dalla pole position ed a guidare il gruppo nelle prime tornate. Questa volta però Rossi non si lascia sorprendere, è più reattivo al semaforo verde, e dopo il primo giro, in cui è Sanchioni ad inseguire la lepre-Zappa, si pone all’inseguimento del fuggitivo. Il trentanovenne comasco tenta anche la fuga ma, come ammetterà dopo l’arrivo, la mancanza di allenamento, in un clima particolarmente caldo ed umido, si fa sentire e consente il ricongiungimento del gruppo.

Rossi passa dunque a condurre e si trascina in scia le due wild card Sanchioni e Spedale; quest’ultimo stampa anche il giro più veloce con un ragguardevole 1’55”9 ma i due poi si toccheranno alla Villeneuve: il contatto fermerà il diciottenne romagnolo e rallenterà il diciassettenne marchigiano.

Della situazione approfitta Andolfatto che, dopo aver mantenuto un atteggiamento prudente nella prima parte, sempre comunque nel quintetto di testa, si fa più audace e raggiunge la seconda posizione davanti a Zappa.

Tra gli inseguitori si distinguono, nell’ordine, Fabio Mottola, Stefano Valla e Francesco Amati che chiudono nell’ordine, dalla quinta posizione, dopo un’ultima variante bassa che rimescola un po’ le carte.

Soddisfazione per tutti sul podio, in particolare per Rossi che valuta molto positivamente il week end e reputa la vittoria indispensabile in vista dell’ultimo e decisivo round del Mugello. In corsa restano Rossi e Andolfatto mentre l’aritmetica esclude Fabio Mottola dalla lotta per il titolo.

Dal cilindro della RR Cup 1000 esce la sorpresa Paolo Mauri. Il trentaduenne comasco, fratello dello specialista della superbike tricolore Lorenzo, dopo aver saltato le prime due prove, si presenta al doppio round di Imola con una perentoria pole position (1’53”6, di oltre due secondi più veloce degli inseguitori) alla quale fa seguire un’altrettanto indiscutibile affermazione in gara 1. In sella alla Ducati 1199 Panigale R di Lorenzo, iscritta da Motocorsa Racing e curata da Toccio Service di Solarolo (RA), Paolo scatta velocissimo dalla prima posizione e si rende protagonista di una cavalcata solitaria che gli consente di chiudere con quasi nove secondi di vantaggio sul leader del campionato Emanuel Vallazza (Kawasaki) e di siglare la tornata più veloce con 1’53”9.

Mauri è il più lesto anche al primo via; la gara viene interrotta dopo un giro per una caduta in rettilineo di Alexander Tarin (BMW), entrato in contatto con un altro pilota. Dopo un po’ di iniziale apprensione, dovuta anche alla spettacolarità dell’incidente, il pilota moscovita si riprende completamente, senza gravi danni.

Detto di Mauri, che appare veramente imprendibile per chiunque, l’attenzione si concentra su Vallazza, mai partito benissimo ma capace comunque di porsi al comando della muta degli inseguitori. Quando ha raggiunto la seconda posizione l’altoatesino si è però reso conto che Mauri sarebbe stato imprendibile ed ha dunque preferito conservare la posizione che gli consente di volare a quota 700 nella generale, con ben 210 lunghezze di vantaggio su Marco Ferroni (Kawasaki). A sua volta il ventiquattrenne marchigiano ha chiuso al terzo posto dichiarandosi molto soddisfatto sia per la sua scarsissima conoscenza di Imola sia per essere stato risparmiato dai dolori alle braccia che, a fine stagione, lo costringeranno all’intervento chirurgico: “ho mollato solo all’ultimo giro, è andata molto meglio che nelle altre prove del trofeo, quando il fastidio si manifestava al quarto/quinto giro, paralizzandomi praticamente le mani: si vede che anche le ferie mi hanno fatto bene”. Quarto il pesarese Alessandro Rossi (Kawasaki) che, dopo un pauroso capitombolo nell’unico turno di qualifiche del sabato mattina, si è difeso egregiamente.

Con impressionante regolarità, mostrando grande determinazione e pari tenuta fisica e psicologica, Paolo Mauri bissa in gara 2 il successo del sabato. Il comasco riesce anzi a partire ancora meglio, a tenere un ritmo più sostenuto ed a spingere per 8 dei 10 giri. Poi dal muretto dei box gli segnalano di rallentare e il pilota diligentemente esegue ma avrebbe avuto ancora energie per mantenere il passo. Il giro più veloce porta, ovviamente la sua firma: con 1’53”3 migliora di altri 6 decimi la già ragguardevole prestazione del sabato.

Ma se in testa tutto rimane invariato, alle spalle del primo la gara provoca un mezzo ribaltone che potrebbe avere anche conseguenze sul campionato.

A distanza di pochi secondi uno dall’altro, tra la fine del terzo e l’inizio del quarto giro, escono infatti di scena per cadute il leader finora indiscusso della formula Emanuel Vallazza ed il suo inseguitore più assiduo Marco Ferroni. L’altoatesino scivola alla variante bassa e nella caduta si procura una frattura ad un piede: la sua classifica rimane così ferma e in prospettiva c’è un periodo di stop che, con il round decisivo del Mugello ad un mese di distanza, potrebbe procurargli qualche problema. Ferroni scivola invece all’ingresso del Tamburello, esce illeso dalla caduta ma lo zero nella generale consente ad Alessandro Rossi ed a Paolo Mauri di operare il sorpasso.

Sono proprio il pesarese Rossi, grintosissimo nonostante le conseguenze della caduta del sabato, e l’abruzzese Mario Guarracino (Honda), campione uscente Amatori della 1000 Avanzata, a completare il podio. Guarracino rischia anche a causa di un paio di sfollate ma con la grande generosità riesce anche a sopperire all’inferiorità della sua quattro cilindri, rimasta invariata rispetto alla  stagione scorsa e non dotata di elettronica, imponendosi nella volata sulla wild card Alessandro Simoneschi (BMW).