CIV d’autore: Claudio Porrozzi – GPone.com

Testo di Claudio Porrozzi – inviato di GPone.com

 

Lo confesso: sono di parte! Infatti, nella mia precedente… vita ho partecipato fattivamente alla nascita del CIV nell’attuale formula (nacque da un incontro con il Presidente Sesti e fu sviluppata insieme allo scomparso Alberto Fantini e a Giuseppe Morri).

Più di dieci anni dopo provo un po’ di soddisfazione per il lavoro svolto da molti che hanno contribuito alla sua crescita e il notevole impulso che è stato dato al massimo Campionato nazionale di velocità negli ultimi anni dal gruppo di lavoro capeggiato e guidato da Alfredo Mastropasqua lo ha definitivamente collocato nella elite continentale.

Oggi un parco piloti, nella sua globalità, come quello che ha partecipato sino ad ora al CIV è di tutto rispetto, soprattutto se lo possiamo confrontare con quello degli altri Paesi. Troppo spesso ci siamo fatti coinvolgere in discussioni nella difesa della nostra formula: ad oggi (vista anche la condizione attuale del CEV, il campionato spagnolo troppo sopravvalutato a mio personale giudizio vista la concentrazione sulla sola 125 GP) tecnicamente e considerate tutte le classi in campo, il CIV è sicuramente al top. E potrei dimostrarlo con dati certi…

Tutto bene, quindi? Certamente no ma il risultato è già più che buono. Tra le cose, invece, da incrementare c’è il peso politico del nostro campionato che deve perdere l’atteggiamento di sudditanza nei confronti degli spagnoli (e degli inglesi) e deve conquistare un ruolo primario premiando in modo evidente i protagonisti del campionato italiano non il termini economici (o non solo) ma come benefit nei mondiali, soprattutto GP.

L’unico rischio che invece posso temere, oltre a quello della crisi economica, è quello di un “gigantismo” che potrebbe avere ripercussioni sul piano della partecipazione. Una crescita progressiva, come quella operata negli ultimi anni, potrebbe dare maggiori frutti rispetto ad una “esplosione”.  E questa crescita non deve essere troppo imitativa dei campionati mondiali: la scelta della Moto2 (o addirittura della Moto3) potrebbero non rivelarsi economica danneggiando la crescita (o il mantenimento) dei numeri.

Ma questo è solo una parte del CIV, quello che conta è che nel 2011 si ripetano le stagioni che non solo hanno dato vita a notevoli battaglie sportive ma hanno fornito anche numerosi spunti tecnici. La crescita dei giovani è stata notevole e nelle ultime stagioni molti sono stati i nomi cresciuti nel CIV che si sono distinti anche nelle gare internazionali, con la sola eccezione quest’anno della 125 GP, ma questa è un’altra storia…

Insomma, senza populismo, un campionato su sei prove disputate esclusivamente sui nostri circuiti internazionali con griglie affollate in tutte e cinque le classi (a proposito siamo tra i pochi campionati che le annoverano tutte…) è qualcosa di “importante”: basta solo crederci ancora di più e valorizzarlo maggiormente dal punto di vista internazionale.