Magny Cours, Sbk: la seconda manche è azzurra

I piloti italiani della Superbike tornano da Magny Cours con una vittoria e un terzo posto nel carniere e salutano così nel migliore dei modi una stagione 2010 particolarmente ricca di soddisfazioni, soprattutto grazie alla prestazione di Max Biaggi, primo azzurro a conquistare il titolo mondiale della categoria, in sella all’Aprilia Alitalia Racing.

La prima manche è stata deludente per i nostri colori, con Biaggi finito quarto alle spalle di Crutchlow, Haslam e Checa, Fabrizio sesto, Scassa e Lanzi decimo e undicesimo e Baiocco quindicesimo.

La gara del pomeriggio, però, ha stravolto la classifica, cancellando in parte le opache prestazioni offerte in mattinata: in gara 2, il romano Biaggi ha chiuso al meglio la sua trionfale stagione, conquistando la vittoria al fotofinish sull’inglese Crutchlow. A festeggiare sul podio è salito anche un commosso Michel Fabrizio (nella foto StudioZac), che conclude l’avventura in sella alla Ducati Xerox con un ottimo terzo posto.  “La prima manche non è andata purtroppo come previsto, l’usura della gomma anteriore mi ha dato problemi, impendendomi di raggiungere quelli davanti – dice Michel – in Gara 2 invece ho avuto una bella battaglia con Guintoli. Forzavo tutte le staccate per recuperare quello che perdevo in rettilineo e ho dovuto fare l’attacco proprio all’ultimo giro. Sylvain voleva il podio perché è a casa sua ma io lo volevo per la mia squadra, e per chiudere nel modo migliore questi ultimi tre anni con il Ducati Xerox Team. Ringrazio la Ducati, tutti i ragazzi del team, gli sponsor e i fan; questa è la nostra giornata e mi godo questo ultimo giorno di gara con i miei ragazzi.”

Bravo anche Luca Scassa (Ducati – Supersonic Racing Team), che ha replicato la manche della mattina finendo di nuovo nella top ten con il settimo posto e chiudendo con una buona prestazione la sua avventura in Superbike.

A punti anche Matteo Baiocco, quattordicesimo mentre da segnalare la caduta di Lorenzo Lanzi e il ritiro per problemi tecnici di Fabrizio Lai.