Campioni 2011: Stock 1000, parla Petrucci

Cinque vittorie su otto round, supremazia netta e la dimostrazione di essere maturato e pronto per le categorie top come Superbike o MotoGp. Danilo Petrucci si appresta a festeggiare un 2011 ricco di soddisfazioni. Una su tutte, la tanto ambita e attesa vittoria del tricolore della Stock 1000. Titolo che, insieme alla grande prestazione offerta in Coppa del Mondo (secondo posto per 2 punti alle spalle di Giugliano), gli ha permesso di salire alla ribalta internazionale. “Il CIV era iniziato bene, con la pole e la vittoria per distacco di Misano ma poi a Monza ho sofferto la velocità delle BMW e mi sono dovuto accontentare di un quarto posto senza infamia e senza lode – dice Petrucci, ripercorrendo la stagione – la doppia di Misano era partita male con problemi in prova e la rottura della candela nel turno buono ma poi il sabato sono stato bravo a risalire e a vincere in solitaria. La domenica, invece, sono partito male e nel tentativo di recuperare mi sono ritrovato in terra dopo un solo giro. Anche l’altra doppia del Mugello è stata agrodolce: il sabato ho fatto pole e vittoria mentre il giorno dopo, su un asfalto umido, ho sbagliato la gomma chiudendo quindicesimo. Sono tornato dalla Toscana con 21 punti di vantaggio e a Vallelunga, pista che mi è sempre piaciuta, ho centrato pole, vittoria e titolo. L’ultima del Mugello? Ho vinto ma è stata una giornata strana e non mi piace ricordarla…”

Nonostante qualche errore e qualche episodio sfortunato, Danilo ha fatto capire di avere una marcia in più. Nel corso della stagione ha girato spesso con il passo delle ben più potenti Superbike e i risultati centrati gli hanno permesso di gestire il vantaggio con relativa tranquillità. “Ho capito di poter vincere il titolo già alla prima gara di Misano, chiusa con sei secondi di vantaggio. Verso metà stagione ho avuto qualche problemino ma nel finale ho “ripreso quota” e a Vallelunga, quando ho visto i miei tempi e li ho confrontati con i ragazzi della Superbike, ho capito di avere il titolo in tasca”.

Con la Ducati è stato amore a prima vista. Una moto perfetta per il suo stile di guida come perfetto è stato il rapporto con il Team Barni e il manager, Marco Barnabò. “Con la Ducati mi sono trovato subito bene. E’ una moto splendida, molto facile da interpretare. Puoi guidarla in tanti modi e ne siamo esempio io e Davide (Giugliano, n.d.r.): nella Coppa del Mondo scendevamo in pista con due assetti completamente diversi eppure riuscivamo ad ottenere gli stessi risultati. In più, in fabbrica mi sono trovato molto bene: ho contribuito allo sviluppo della Panigale Stock e Superbike e sono rimasto in buonissimi rapporti. Stasera, per esempio, hanno invitato me, Checa, Baiocco e Giugliano alla festa di fine anno con tutti i dipendenti… è una vera e propria famiglia e ti fanno sentire sin da subito e fino all’ultimo uno di loro. Barni? Ha vinto due campionati italiani ed è arrivato secondo nel mondiale. Basterebbe solo questo per far capire che tipo di squadra sia. Fino a pochi mesi fa abbiamo lavorato insieme con l’obiettivo di esordire in Superbike, poi abbiamo scelto strade diverse ma ringrazio Marco per aver creduto in me sin dall’inizio. E’ una persona decisa e pratica, titolare di una grande squadra… è stato bello fare un tratto del percorso insieme a loro”.

I suoi unici avversari, oltre a Bussolotti con la Kawasaki, sono stati Magnoni, Perotti e Clementi, tutti piloti alla guida della BMW S1000RR. Una moto di cui Petrucci non fatica a trovare molti pregi e nessun difetto. “Nel 2012 sarà curioso vedere cosa riuscirà a fare la nuova Panigale ma per me la moto da battere sarà la BMW. Già quest’anno, scorrendo la classifica, ci si accorge di quanto sia stata competitiva e non è un caso: ha un motore molto potente, con un’elettronica avanzata e in più è quasi “pronto corsa” appena esce dal concessionario. Per renderla competitiva servono meno soldi rispetto ad una Ducati, che però ti garantisce prestazioni leggermente superiori”.

Alla Premiazione dei Campioni di Vallelunga, Danilo è salito sul palco per ritirare la targa da vincitore della Stock 1000 con la divisa della Polizia di Stato. E’ entrato nelle Fiamme Oro il 1° dicembre, realizzando uno dei sogni della sua vita. “Rappresentiamo l’eccellenza in tutti gli sport ed è bello, per me, farlo in quello motociclistico. E’ una grande soddisfazione per me perché da piccolo sognavo di diventare come Capirossi, primo motociclista ad entrare nelle Fiamme Oro. E’ stato bello essere il suo successore e fare da “apripista” a piloti come Corsi e Pirro. E poi, inutile nasconderlo, entrare in questo gruppo ti garantisce un lavoro a vita…”

Una bella garanzia, che gli permetterà di affrontare gli anni futuri della sua carriera con meno pressione addosso e con grande serenità. Uno stato mentale che potrà mettere in pratica già nel 2012, nella sua stagione d’esordio nella MotoGp in sella alla neonata CRT. “Sarà difficile – rivela Danilo – dobbiamo ancora cominciare, stiamo costruendo la moto a Terni e sarà un bel salto nel buio. Dalla mia avrò il vantaggio di poter correre senza troppe pressioni addosso, la velocità non mi manca ma dovrò fare i conti con la poca esperienza e conoscenza dei circuiti e delle gomme ma non sarò l’unico in sella alla CRT. Partiremo tutti da zero come la Moto2 di due anni fa, categoria in cui ci sono state molte sorprese. Ecco, io spero di essere una delle sorprese della MotoGp. Con i prototipi non ci sarà storia ma l’obiettivo è di girare qualche secondo più forte rispetto alle Superbike. Avrei potuto correre anche nel mondiale delle derivate ma considero la MotoGp una grande vetrina e un treno che passa solo una volta nella vita… ci sono salito sopra, ora voglio provare a fare il bravo passeggero per rimanerci il più a lungo possibile”.